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Intelligenza emotiva: scopri il segreto del successo nella vita e nel lavoro

Articolo di Ilaria Cazziol

Per parlare di intelligenza emotiva è necessario fare un passo (parecchio lungo) indietro, e prendere in considerazione l’origine stessa dell’uomo.

L’essere umano è stata l’unica creatura nel panorama evolutivo globale in grado di fare il balzo enorme che porta all’auto-consapevolezza.

Secondo quanto riportato ad esempio da Harari nel suo libro più famoso, “Sapiens”, questa unicità è dovuta alla rivoluzione cognitiva avvenuta circa 70.000 anni fa che è stata il driver che ha dato all’homo sapiens la capacità di comprendere ed elaborare un’enorme quantità di informazioni. 

Per lo stesso motivo, l’essere umano è l’unica creatura in grado di fare lunghi piani per il futuro o pensare al passato, analizzare se stesso e le proprio emozioni, e addirittura di manipolarle.

Immaginati di essere in preda ad un momento di rabbia durante una classica lite coniugale o lavorativa: la reazione istintiva sarebbe quella di rispondere in maniera violenta, ma invece ti rendi conto di non poterti lasciar andare a quel genere di emozioni. Così, nonostante la rabbia, ragionando ti calmi e non assecondi i tuoi istinti.

Ecco, questa è una caratteristica unica dell’essere umano, e questi ragionamento sono fondamentali per capire l’intelligenza emotiva ed il potenziale che noi uomini abbiamo tra le mani - o meglio, nella testa.

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Intelligenza emotiva: cos’è quindi?

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L’intelligenza emotiva, come accennato prima, è una diretta conseguenza di quanto appena visto: è una caratteristica dell’intelligenza che ci permette di autoanalizzarci, elaborando in maniera profonda le nostre emozioni (e quelle altrui) e modificandole.

Peter Salovey e John D. Mayer nel loro articolo “Emotional Intelligence” del 1990 definiscono per la prima volta questo concetto come:

la capacità di controllare sentimenti ed emozioni proprie ed altrui, di distinguere tra di esse e di utilizzare queste informazioni per guidare i propri pensieri e le proprie azioni”.

Secondo i due autori, essa è composta da tre diverse capacità:

  1. Valutazione ed espressione delle emozioni
  2. Regolazione delle emozioni
  3. Utilizzo delle emozioni

Questa definizione è stata poi aggiornata nel 1997, per comprendere anche i concetti mancanti legati ai sentimenti, affermando che coinvolge: "l'abilità di percepire, valutare ed esprimere un'emozione; l'abilità di accedere ai sentimenti e/o crearli quando facilitano i pensieri; l'abilità di capire l'emozione e la conoscenza emotiva; l'abilità di regolare le emozioni per promuovere la crescita emotiva e intellettuale”.

È chiaro quindi che l’intelligenza emotiva è un argomento molto ampio e che può avere tantissimi risvolti.

Infatti essa può essere applicata ovunque, dalla sfera privata a quella lavorativa, ed è fondamentale per vivere una vita felice.

Il perché è molto semplice: se riesci a capire quali sono i tuoi sentimenti e i tuoi stati d’animo, puoi fare qualcosa per cambiarli invece di assecondarli passivamente. 

Ti è mai capitato di essere in ansia per qualcosa? 

In alcuni casi l’ansia è utile, può aiutarti ad avere una performance migliore o a commettere meno errori; ma se non la riconosci e non la sai gestire, l’ansia può sfociare in panico, uno stato che andrebbe sempre evitato perché difficilmente porta conseguenze positive.

Le emozioni, se non gestite, possono essere dannose e l’intelligenza emotiva serve proprio per iniziare a conoscere meglio se stessi e capire come gestirsi in varie situazioni. Tutto questo, nel lungo termine, può portare a cambiamenti drastici al tuo carattere e miglioramenti complessivi alla tua vita.

L'origine delle emozioni negative

origine delle emozioni negative

Ma prima di capire come si sviluppi l’intelligenza emotiva, facciamo nuovamente un salto nel passato citando Harari, per capire perché noi esseri umani siamo così legati alle emozioni, e soprattutto perché siamo così influenzati da quelle negative.

Prendiamo come esempio i primi esemplari di Homo Sapiens, che sono apparsi circa 2-300.000 anni fa e vagavano nella savana a caccia di prede con strumenti rudimentali. Se un esemplare di Homo Sapiens avesse sentito a pochi metri da lui il ruggito di un predatore, la risposta sarebbe stata immediata: panico, scarica di adrenalina e una lunga corsa verso la salvezza. 

Allo stesso modo, per finalità diverse, il panico sarebbe stato utile a una madre che vede il figlio attaccato da un animale feroce: in questo caso il panico e la scarica di adrenalina servono a innescare la reazione opposta, ovvero spaventare l’animale e farlo fuggire.

Questo meccanismo evolutivo definito “combatti o fuggi” che la specie umana ha sempre avuto, ci ha permesso di continuare a evolverci e a prosperare. Il problema però è che ce lo portiamo ancora dietro, nonostante l'uomo medio di oggi non viva più nella savana e non venga più attaccato dai leoni. 

La situazione tipica che noi viviamo oggi è più semplicemente una serie di preoccupazioni che accumuliamo ogni giorno nel lavoro, per esempio, ed ecco che quei meccanismi che prima ci servivano per difenderci nella savana, adesso ci causano una forma di ansia continua che nel gergo moderno si chiama stress.

L’intelligenza emotiva entra in gioco proprio qui: può aiutarti a riconoscere questi stati d’animo che ogni essere umano ha scritti nel proprio dna e piano piano a capire come gestirli.

Questa capacità può essere enormemente utile in tantissime situazioni, tra cui:

  1. migliorare le proprie capacità comunicative
  2. acquisire competenze di leadership
  3. risolvere conflitti
  4. trovare soluzione ai problemi
  5. prendere decisioni

Ma per sviluppare questa competenza, dobbiamo partire da una componente fondamentale: l’empatia.

Empatia e intelligenza emotiva

empatia e intelligenza emotiva: delle amiche ridono con lo smartphone

Per capire bene l'empatia voglio raccontarti una storia tratta dal celebre libro “Le 7 abitudini delle persone di successo” di S. Covey:

Immagina di essere seduto nella metropolitana, quando ad un certo punto entra un padre con suo figlio; il figlio è visibilmente agitato, urla, piange e disturba in maniera visibile tutti i passeggeri della carrozza.

Una situazione che ti infastidisce, e soprattutto ti aspetti che il padre si comporti da padre e metta in riga il proprio figlio; quindi ti armi di coraggio, ti avvicini al padre ed in tono deciso gli fai notare che il figlio sta disturbando tutti e non è un comportamento educato.

Il padre ti guarda e ti dice: ”lo so hai ragione, ma siamo appena tornati dall’ospedale dove è morta mia moglie, sua madre”.

Ed ecco che qui scatta la magia: di colpo si capisce la situazione e questo cambiamento ci porta a reagire in maniera totalmente diversa.

Questo piccolo esempio Covey lo utilizza per portare il lettore ad abbracciare un principio molto semplice: “Ascolta prima di essere ascoltato”.

Si tratta del ben noto concetto dell’empatia, necessaria per capire veramente la persona che hai di fronte, quali sono i suoi sentimenti, le sue emozioni e la sua situazione.

Questa capacità è di fondamentale importanza in qualsiasi situazione in cui ti trovi, perché ti permette di rispondere o reagire ad un situazione dopo avere compreso appieno lo stato d’animo della persona che hai davanti. È dunque la base dell’intelligenza emotiva orientata agli altri.

Se sei il capo di un’attività o di un team di lavoro, capire appieno le problematiche delle persone che lavorano con te ti permette di reagire di conseguenza e prendere le decisioni giuste, mettendo uno spazio di ragionamento tra lo stimolo e la risposta istintiva.

Come sviluppare l’intelligenza emotiva

lavorare con intelligenza emotiva

Come avrai capito, la competenza più importante per sviluppare l'intelligenza emotiva è quindi l’ascolto.

L’abilità di ascoltare è come un muscolo, va allenata costantemente e non è semplice farlo. La prima cosa che puoi fare è partire da te stesso, ascoltando le tue emozioni e i tuoi pensieri.

Un buon esercizio è quello di iniziare a tenere un tuo diario dove ogni giorno vai ad appuntare quali emozioni stai vivendo, gli stati d’animo in cui ti sei trovato e le reazioni istintive che hai avuto. 

Inizia a riconoscere queste emozioni e dargli un nome: ansia, felicità, euforia, paura, terrore, etc.

Una volta che avrai imparato a riconoscere in te stesso le emozioni giuste, potrai fare la stesso cosa sugli altri.
Quando ti trovi al bar con gli amici per esempio, inizia ad osservare il loro atteggiamento, le loro emozioni, e cerca di capire in che stato emotivo si trovano. Se vedi che una persona è triste o euforica, cerca di instaurare una conversazione che ti porti a capire il perché è arrivata ad avere quello stato d’animo, così da sviluppare un rapporto empatico molto profondo.

Lo stesso esercizio lo puoi fare al lavoro, ascoltando e capendo lo stato emotivo dei tuoi colleghi e clienti (di qui discende la leadership emotiva), oppure in famiglia.

Classificazione delle emozioni

Come vedi l'abilità di capire le emozioni che ti circondano può esserti utile in qualsiasi situazione tu ti possa trovare.

Ricordati che la lettura delle emozioni può dipendere da tante cose, non solo dalla parole ma anche dal tono di voce, dai gesti, dai movimenti del corpo, etc.

Quando vai ad analizzare le emozioni, sia in te stesso che negli altri, ricordati che ne troverai di 2 tipi: primarie e complesse.

Le emozioni primarie sono: felicità, tristezza, sorpresa, paura, rabbia e disgusto (il film d'animazione Inside Out ti dice nulla?). Queste, se combinate, possono portare alla creazione di nuove emozioni complesse, per esempio: rabbia + disgusto = disprezzo.

Aforismi intelligenza emotiva - Goleman e i suoi studi

aforisma intelligenza emotiva Goleman

Per comprendere meglio e imprimere nella memoria questi concetti, trovo utile leggere alcuni aforismi che riguardano l’intelligenza emotiva. Un altro ottimo modo per ricordarsi di praticarla, infatti, è quello di stampare le frasi che ti piacciono di più e appenderle dove puoi leggerle tutti i giorni. Una sorta di frasi motivazionali che ti potranno aiutare

Tutte queste frasi portano il nome dello stesso autore, Daniel Goleman.

Daniel è uno dei maggiori divulgatori sul tema dell’intelligenza emotiva, infatti ha scritto una serie di libri tra cui “Intelligenza Emotiva”, “Essere leader” e “Focus”, che aiutano ad approfondire questa tematica e tutte le sue varie sfaccettature.

  • “L’autoconsapevolezza - in altre parole la capacità di riconoscere un sentimento nel momento in cui esso si presenta - è la chiave di volta dell’intelligenza emotiva.”
  • “Le persone competenti sul piano emozionale - quelle che sanno controllare i propri sentimenti, leggere quelli degli altri e trattarli efficacemente - si trovano avvantaggiate in tutti i campi della vita, sia nelle relazioni intime che nel cogliere le regole implicite che portano al successo politico.”
  • “Abbiamo due menti, una che pensa, l’altra che sente. Queste due modalità della conoscenza, così fondamentalmente diverse, interagiscono per costruire la nostra vita mentale.”

Conclusioni sull’intelligenza emotiva (+ test)

meeting intelligenza emotiva

Come hai visto l’intelligenza emotiva è una capacità complessa e ampia, e per padroneggiare appieno questa skill ci vorrà molta dedizione, soprattutto se sei una persona impulsiva e istintiva.

Dovrai esercitarti molto nell'ascoltare gli altri e te stesso, nel modificare i tuoi stati d’animo e poi successivamente provare a farlo con quelli altrui.

Questo non vuol dire che potrai andare a manipolare la mente delle persone come se fossi un Jedi ovviamente, ma potrai capire a fondo gli stati d’animo di chi hai di fronte e reagire di conseguenza, con incredibili vantaggi nel lavoro, nelle relazioni personali e, non meno importante, nella tua felicità.

Se per esempio vuoi chiudere un accordo lavorativo e ti accorgi che l'interlocutore in quel particolare momento è nervoso, grazie all’intelligenza emotiva potrai valutare che per esempio è meglio non fare proposte aggressive, prendere tempo e riprovarci in un secondo momento; oppure addirittura modulare il tuo tono e le tue azioni in modo da calmarlo.

Se invece non riuscissi a cogliere lo stato d’animo corretto dell’interlocutore, capire come comportarsi di conseguenze sarebbe impossibile e finiresti probabilmente per bruciare un’opportunità o ottenere meno di quanto avresti potuto.

Se sei curioso di capire quanto per te questa attitudine sia qualcosa di innato e vorresti fare un test sull’intelligenza emotiva, ce ne sono diversi online. Questo test psicologico ad esempio ti indica dove su che livello ti posizioni tra alto, basso e medio.

Certo, i test che puoi trovare online non sono necessariamente indicatori affidabili, e a seconda di quello che scegli potresti ottenere risultati diversi, ma possono essere utili per aiutarti a capire quali sono le domande da porti per valutare (e migliorare) la tua intelligenza emotiva.

Fammi sapere cosa ne pensi nei commenti.